Siamo portati intuitivamente a credere che l’ottimismo e il pensiero positivo funzionino per mantenere alto il morale e per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi. “Non preoccuparti”. “E’ facile. Ce la farai sicuramente”. “Le cose andranno per il meglio”.
Quante volte abbiamo provato a dirci frasi come queste? Ad autorassicurarci salvo poi notare che nonostante ci ripetessimo in continuazione queste parole l’ansia non ci abbandonava?
Questo accade per alcune ragioni specifiche.
La prima è che il pensiero positivo nasce di solito come reazione ad un pensiero negativo. Ad esempio il pensiero “Non preoccuparti. Ce la farai” scaturisce di solito in risposta al pensiero “Non ce la farò. L’ansia mi paralizza e mi farà fallire”. Quindi ogni pensiero positivo ha un suo sottostante pensiero negativo che se trattato con superficialità, senza veramente soffermarsi sul suo significato, non può essere contrastato facilmente. Cioè, non basta una pacca sulla spalla per risolvere una visione negativa di se stessi e del mondo che magari perdura da diverso tempo. In aggiunta, sotto ad ogni pensiero negativo c’è una convinzione negativa, che è qualcosa di un pò più profondo. Ad esempio, sotto a questo pensiero potrebbe esserci la convinzione “sono una persona debole, non sono in grado di reggere l’ansia”.
La seconda è che il volere a tutti i costi pensare positivo ha come conseguenza il tentativo forzato di cancellare ogni pensiero negativo sul nascere. Spesso le persone che si sforzano di pensare positivo a tutti i costi hanno un’avversione per ogni pensiero negativo che si affaccia alla mente. Non appena appare, senza nemmeno capire perchè è arrivato, tentano di cacciarlo via. Sappiamo che con alcuni tipi di pensiero, soprattutto i pensieri di tipo ossessivo, più io tento di cacciarli, più questi pensieri ritornano alla mente.
Io utilizzo spesso la metafora della palla nell’acqua. Se tento di affondare una palla in acqua, per quanto cerchi di tenerla sotto, la palla comunque riemergerà con forza.
Quindi come fare?
Una soluzione non è quella semplicistica di sostituire un pensiero negativo con uno positivo, ma va fatto un lavoro un pò più elaborato. Come ad esempio faremmo quando riordiniamo la casa. Non possiamo togliere le briciole dal pavimento e metterle sotto al tappeto. Certo, toglieremmo le briciole dalla vista, ma in breve tempo avremmo la casa invasa dalle formiche. Allo stesso modo va fatto con i pensieri e va capito cosa c’è sotto a questi pensieri, quali sono le convinzioni negative su noi stessi che sono nascoste proprio da questi pensieri.
Inoltre poniamo il caso che stiamo attraversando un periodo difficile e ci mettiamo davanti ad uno specchio ripetendoci “Sono una persona in gamba. Sono amabile. Ho molte qualità”. Probabilmente a quel punto una vocina dentro di noi aggiungerà “ma in realtà so che non è vero”.
Infine molte persone percepiscono la “stranezza” di questo rituale. Ritengono cioè che una persona che realmente si ritiene amabile e piena di qualità non ha la necessità di parlarsi davanti allo specchio per ricordarselo perchè sa già quelle cose dentro di sè.
Quindi, per questa serie di motivi, il “pensare positivo” non funziona perchè è qualcosa di troppo semplicistico, che non riesce ad andare davvero in profondità.
Quindi, se hai dei pensieri negativi e vuoi contrastarli, come puoi fare?
Innanzitutto soffermati per un attimo sul pensiero: se ad esempio un pensiero negativo è “Non ce la farò mai. L’ansia mi paralizza e mi farà fallire” prova ad affrontare questo pensiero in maniera più realistica e razionale.
Ad esempio prova a chiederti:
“Che prove ho del fatto che questo pensiero sia vero?”
“Ho mai fatto qualcosa che comunque alla fine è andato bene sentendo un’ansia moderata o forte?”
“Se anche non riuscissi alla perfezione, potrei rimanere in piedi e continuare a vivere la mia vita dedicandomi a quello che per me è importante?”
Oppure, se ti accorgi che sotto a questo pensiero c’è una convinzione negativa su te stesso come ad esempio “le persone forti e sicure non provano mai ansia, io mi sento ansioso, quindi vuol dire che non sono una persona forte”, puoi provare a ragionare chiedendoti se davvero sei certo che le persone che tu reputi sicure e forti non provino mai ansia quando devono fare qualcosa di importante. Questo ragionamento potrebbe indurti a rivedere la veridicità di questo pensiero.
In poche parole: non accontentarti di un semplice pensiero positivo ma prova a ragionare e a guardare i tuoi pensieri e le tue convinzioni da un punto di vista critico, come se volessi metterli alla prova per vedere se “reggono”. Se non dovesse funzionare, rivolgiti ad uno psicologo esperto nel trattamento di queste problematiche.