E’ importante distinguere la depressione dalla tristezza, che capita a tutti di sperimentare talvolta, poiché la depressione è una forma di tristezza molto profonda, duratura ed invalidante.
Ma in cosa consiste la depressione? Quando possiamo dire di una persona che “è depressa”?
Innanzitutto, chi sperimenta questa condizione ha un umore triste e melanconico per la maggior parte del giorno quasi ogni giorno. La persona cioè appare differente rispetto a prima e passa buona parte della giornata nell’isolamento o nel pianto o persa nei suoi pensieri. Nei bambini e negli adolescenti l’umore può diventare irritabile.
Inoltre, la persona che si ammala di depressione perde l’interesse verso ciò che prima le piaceva e la faceva stare bene. Non è infrequente notare come persone che provavano piacere nello stare in compagnia diventino solitarie e arrabbiate col mondo o persone che amavano camminare o dipingere che riferiscono di non essere più interessate a fare quello che facevano prima.
Infine possono comparire anche altri sintomi: variazioni di peso, cambiamento nelle abitudini riguardo al sonno, maggiore agitazione o, al contrario, maggiore lentezza nel fare le cose, mancanza di energia e sensazione di fare un’enorme fatica per compiere i normali gesti quotidiani, sentimenti di colpa o di autosvalutazione, difficoltà di concentrazione, difficoltà nel prendere le decisioni, e infine pensieri ricorrenti di morte o idee suicide.
Tutti questi sintomi nella depressione sono talmente forti da compromettere notevolmente qualità della vita (ad esempio la persona non riesce più a relazionarsi con gli altri, a lavorare, a condurre la sua vita in modo adeguato e soddisfacente). Non si può parlare di depressione se a causare questi sintomi è l’uso di qualche sostanza stupefacente o se la persona si trova in una condizione di lutto. Infatti, quando si perde una persona cara ci sono dei momenti in cui compaiono dei sintomi simili a quelli sopra descritti ma, in genere, tendono a scomparire spontaneamente nell’arco di alcuni mesi.
Di preciso non è ancora stata trovata un’unica causa. Le teorie principali sono biologiche, genetiche e sociali. A livello biologico nelle persone depresse c’è una minore produzione da parte del cervello di alcune molecole responsabili del “buonumore”. Negli anziani la depressione può essere provocate anche da carenza alimentari o dagli effetti collaterali di alcuni farmaci.
A livello genetico si è visto che i parenti di primo grado di una persona con disturbo depressivo maggiore hanno un rischio di due o tre volte più altro di avere nella loro vita un episodio depressivo. Si dice quindi che c’è una familiarità per i disturbi di questo genere.
Inoltre ci possono essere altre cause: separazioni coniugali, uscita dei figli di casa, difficoltà familiari in genere, malattie fisiche, difficoltà scolastiche, problemi lavorativi, trasferimenti, problemi legali, problemi economici.
Talvolta, anche momenti in apparenza lieti come la nascita di un figlio o una promozione sul lavoro possono essere motivo di depressione, se la persona non si sente all’altezza della situazione o vede la realtà che lo circonda come estremamente difficile e senza possibilità di miglioramento.
La depressione non investe soltanto la persona che la sperimenta, ma ha conseguenze negative anche su chi le sta intorno. I familiari infatti possono essere preoccupati e magari anche un po’ infastiditi dal suo comportamento, poiché la depressione si accompagna a lamentosità e irritabilità.. A volte poi, si verifica quello che si chiama “contagio emotivo”: il “cattivo umore”, per così dire “passa” da una persona all’altra e così, anche chi non era depresso, si trova suo malgrado a parlare e a sorridere di meno. Nei giovani la depressione si può associare all’uso/abuso di sostanze stupefacenti e alcool, che, ovviamente, non fanno che peggiorare la situazione nel suo complesso. Un problema che si riscontra talvolta associato alla depressione è un vissuto di vergogna rispetto alla propria condizione. Per qualcuno non essere al massimo, in una società che esalta le prestazioni ad ogni costo, diventa motivo di auto denigrazione. Chiaramente la vergogna per la propria situazione non solo è inutile (dato che la depressione è una malattia, sarebbe come se una persona si vergognasse di avere la febbre) ma anche dannosa, perché ritarda il momento in cui la persona decide di chiedere aiuto e curarsi. Paradossalmente, chi accetta di essere depresso trova più semplice affrontare e sconfiggere la depressione.
Oltre al supporto farmacologico, che deve essere chiaramente prescritto e monitorato da un medico, a livello psicologico è possibile, per chi soffra di depressione, mettere in pratica le seguenti strategie:
Infine qualche suggerimento per i familiari che hanno tra i propri cari qualcuno che manifesta i sintomi sopra descritti: