Sappiamo bene quanto la vita sia dura e quanto talvolta possa essere davvero spietata. Il miraggio di un benessere psicologico totale e perenne sembra quindi davvero una chimera.
E questa è un’esperienza che appartiene a tutti noi, nessuno escluso. Io non credo a chi dice: “guarda quello, è sempre felice”, “quello non ha mai problemi”. Ecco, io penso che ci sia una dose di infelicità che è fisiologica, che tutti in qualche modo, volenti o nolenti dobbiamo digerire.
Quindi come possiamo vivere nonostante questa infelicità una vita piena e ricca? Concentrandoci su quello che davvero è importante per noi, su come vogliamo veramente essere nel profondo del nostro cuore nelle varie aree della nostra vita. Prendi ad esempio la vita di coppia e chiediti: che tipo di partner voglio essere? Cosa posso fare un po ‘ di più di quello che faccio per essere il partner che voglio essere?
La stessa cosa pensala nel rapporto con i tuoi figli. Che tipo di genitore voglio essere? Cosa posso fare un po’ di più già oggi stesso? Poi pensa alla cosa più piccola che puoi fare, la più semplice e fattibile, falla, e nota come ti senti dopo averla fatta.
L’idea è che una vita perfetta, dove va sempre tutto bene non esiste. Anche perché ricordiamo che non tutto dipende da noi e che le cose accadono indipendentemente dalla nostra volontà molte volte. Però a tutto questo possiamo opporre la nostra personale direzione, dirci: “ok, non tutto è a posto, la vita non è esattamente come vorrei, ho tanti pensieri nella testa che non mi piacciono e che non vorrei ma nonostante questo riesco ad essere un genitore più presente e un amico più gentile”.
Quante volte abbiamo consolato nostro figlio quando magari noi stessi eravamo arrabbiati (magari con il partner o per problemi di lavoro)? E la cosa più importante, quello che davvero ha contato, cosa è stato? L’arrabbiatura o il fatto che abbiamo consolato nostro figlio?
Il senso quindi è: non aspettare che tutto sia perfetto prima di iniziare a fare ciò che davvero conta. Fallo e basta.