Dimostrare agli altri più sicurezza e sentirsi a proprio agio (il più possibile) nelle situazioni difficili. Quanti di noi vorrebbero ottenere questi obiettivi?
Ciò non è una cosa innata, nel senso che non si nasce preparati per affrontare nella maniera migliore delle critiche gratuite o eccessive o per sostenere un discorso delicato e difficile di fronte ad una persona di ruolo superiore sul lavoro.
Assertivi, cioè equilibrati, sicuri di sè nella comunicazione, si può però diventare.
In un altro post “Ciò che Giulia dovrebbe imparare: l’assertività” ho parlato di questi argomenti ma mi sembra giusto e opportuno affrontarlo nuovamente, poichè secondo me questo tema rimane sempre centrale in ogni interazione umana.
Oggi vorrei parlare del linguaggio del corpo più adatto da accompagnarsi ad un messaggio di tipo assertivo.
Sappiamo infatti che quando comunichiamo non utilizziamo solo le parole ma tutto il nostro corpo.
La comunicazione fatta con il corpo si chiama “comunicazione non verbale”.
Essa comprende: le espressioni del viso, lo sguardo, la postura, cioè la posizione assunta dal corpo durante la comunicazione, la prossemica, cioè la distanza interpersonale tra i due interlocutori che comunicano fra loro, i gesti e anche l’abbigliamento utilizzato, che può essere più o meno adeguato a seconda del contesto in cui ci troviamo.
Con le espressioni del viso possiamo comunicare rabbia, ansia, felicità, e in generale qualsiasi tipo di emozione, anche se non tutte verranno prontamente riconosciute dal nostro interlocutore.
Le persone assertive decidono in genere di manifestare con l’espressione del viso l’emozione che stanno provando. Se vogliono comunicare a qualcuno che non intendono fare qualcosa, la loro espressione sarà seria, non eccessivamente “arrabbiata”, ma nemmeno troppo sorridente e eccessivamente “gentile”. Se vogliono complimentarsi con qualcuno lo fanno con il sorriso sulle labbra e con uno sguardo rivolto all’interlocutore, che comunica apprezzamento e stima.
Inoltre la persona assertiva sa quando non invadere lo “spazio vitale” dell’altro, sa cioè rispettare una giusta distanza interpersonale, che, approssimativamente, nel contesto italiano (in altre culture potrebbe essere diverso), è all’incirca di un metro.
Cioè, se voglio comunicare qualcosa di importante a qualcuno senza risultare invadente o dare l’impressione di voler prevaricare l’altro, devo mantenere una distanza da questo non inferiore a un metro. Se infrango questa regola, cioè se mi avvicino troppo, potrei dare l’impressione di una persona invadente, che vuole avere la meglio su chi mi sta di fronte.
Le persone assertive, in genere, sanno come adeguare la posizione del corpo alla situazione e, quando devono prestare attenzione ad un messaggio importante tendono ad avere una posizione del corpo che comunica accoglienza ed interesse, leggermente rivolta in avanti, verso chi sta parlando.
Un ultima accortezza riguarda l’utilizzo della voce nella comunicazione assertiva.
Chi vuole trasmettere sicurezza ed equilibrio non urla senza una ragione, ma nemmeno bisbiglia.
Se anche si è molto arrabbiati è importante sforzarsi di non urlare. Chi ci ascolta potrebbe spaventarsi e non riuscire più ad ascoltare ciò che stiamo dicendo.
E voi? Quanto riuscite a comunicare attenzione verso l’altro e sicurezza in voi stessi con il linguaggio del corpo? Quanto siete in grado di usare le caratteristiche della vostra voce in maniera adeguata?