Questo post riguarda, prendendo spunto dalla storia della coppia di cui ho scritto in precedenza, delle buone prassi per comunicare nella coppia, soprattutto nelle situazioni “difficili”.
Tra l’altro, le feste natalizie sono putroppo l’occasione in cui i conflitti nella coppia, complice una diversa routine quotidiana, la presenza di amici e parenti, i bambini che da una parte beneficiano della maggiore libertà ma dall’altra possono fare più capricci e innervosire i genitori, invece di diminuire, aumentano. Ecco quindi alcuni suggerimenti su come gestire la comunicazione ed evitare che i normali conflitti di coppia diventino distruttivi invece che costruttivi.
1 regola: inviare messaggi chiari. Ciò significa che nel comunicare con il partner bisogna essere precisi. Invece che dire “non mi piace come sei fatto” è opportuno dire “non mi piace quando fai così”….e spiegare concretamente cosa non ci va.
2 regola: le parole e i gesti/le espressioni del viso devono essere concordanti. Non si può urlare NON SONO ARRABBIATA CON TE! e sperare che il partner ci creda.
3 regola: se abbiamo una critica da fare al partner è meglio farla in privato. Non è opportuno aspettare il cenone di fine anno per rivelare davanti a parenti e amici cosa non ci va di lui/lei. Finiremmo per offenderlo/a e umiliarlo/a oltremodo e per tutta risposta non troveremmo in lui/lei più alcuna disponibilità successivamente per cambiare le cose.
4 regola: non fare una critica in risposta ad una critica o durante una discussione animata. In questo caso le nostre osservazioni servirebbero soltanto a cercare di “vincere una battaglia” e non a far si che l’altro cambi realmente il suo comportamento.
5 regola: considerare lo stato d’animo del partner. Se una persona è stanca, indaffarata, demoralizzata arrabbiata, nervosa o preoccupata, quello non è in genere il momento in cui ascolterà una nostra critica, anche se costruttiva.
7 regola: fare una critica per volta. Analizzare uno ad uno i problemi vi permetterà di risolverli meglio e di non far sentire l’altro “messo all’angolo”, producendo di conseguenza in lui/lei maggiore disponibilità all’ascolto e alla comprensione.
8 regola: criticare il comportamento e non la persona. Invece che dire “sei il solito distratto” dire “ti sei dimenticato di andare a prendere il pane. Puoi farlo ora?” Una critica del primo tipo si rivolge alla persona nel suo complesso e non serve a favorire un cambiamento, bensì ad indebolire l’autostima di chi la riceve.