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Depressione? “Ruminare” non serve!

 
 
 
Nel post di oggi vorrei parlare del modo in cui le persone reagiscono ad uno stato di depressione.
Infatti, la modalità con cui si affronta tale situazione è spesso responsabile della durata della depressione stessa: ci sono persone che rimangono depresse per alcuni giorni, altre per mesi, altre per anni.
Cosa fa la differenza?
Numerosi studi scientifici nel campo della psicologia hanno dimostrato che esistono fondamentalmente due modi di reagire all’umore depresso.
Il primo modo è definito “ruminazione”. Esso consiste nel pensare costantemente ai propri sintomi, alle loro implicazioni, a ciò che li ha causati.
Il secondo modo consiste nel cercare delle attività distraenti, che interrompano la ruminazione.
Qual è secondo voi il metodo MENO efficace nel migliorare la sintomatologia depressiva?
Il primo tra i due metodi ha dimostrato di essere inutile, se non dannoso, per affrontare uno stato depressivo.
 
Infatti pensare ossessivamente alle proprie problematiche causa:
 
– una diminuzione dell’attenzione rivolta a possibili attività piacevoli
 
– dimenticanze di impegni sociali e professionali
 
– difficoltà nel prendersi cura adeguatamente della propria persona
 
Tutto ciò causa un fallimento della persona in aree significative e questo provoca un nuovo e maggiore peggioramento del tono dell’umore. Siamo così in presenza di un circolo vizioso che non aiuta sicuramente la persona depressa.
In poche parole, ruminare impedisce di attivare le risorse di problem solving, che invece permetterebbero una migliore risoluzione della situazione.
 
Gli studi dimostrano che le donne tendono ad adottare in misura maggiore rispetto agli uomini la modalità ruminativa, contribuendo ad alimentare gli stati depressivi. Gli uomini sarebbero invece in grado di utilizzare in misura maggiore attività distraenti. Ricordiamo comunque che alcune modalità distraenti sono anche dannose, come ad esempio l’uso di sostanze stupefacenti o alcoliche, il gioco d’azzardo, la guida spericolata.
 
Tutti questi studi dimostrano quindi l’importanza di pianificare delle attività distraenti durante gli episodi depressivi, che impediscano di rimanere concentrati sulle proprie problematiche.
 
 
Bibliografia: “Gli approcci cognitivi alla depressione”. A cura di Antonella Rainone e Francesco Mancini. Ed. Franco Angeli. Ristampa 2015.
 
Immagine tratta da www.studiopsicologiarizzi.it
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