Siamo soliti pensare all’infanzia come a un periodo di vita spensierato e leggero, dove bisogna pensare solo a giocare e divertirsi. L’esperienza clinica e la letteratura però insegnano che non è sempre così e che anche tra i bambini può esistere la sofferenza psicologica. In particolare, gli attacchi di panico, possono comparire in combinazione con alcuni momenti particolari, per esempio quando il bambino non vuole lasciare un genitore, ad esempio al momento di andare a scuola. Oppure quando si trova a dover effettuare una competizione sportiva e a dover “dimostrare” di essere bravo, e non sfigurare davanti ai compagni e all’allenatore. Oppure ancora quando teme che possa succedere qualcosa di brutto a qualcuno a cui vuole bene o a se stesso.
Di solito gli attacchi di panico nei bambini si manifestano prevalentemente con sintomi di tipo fisico, che si presentano e aumentano in maniera piuttosto rapida. Palpitazioni, difficoltà nel respiro, sensazione di gambe molli, bocca secca, dolori addominali. Questi sono alcuni fra i segnali che si presentano più frequentemente. Il bambino può esserne spaventato perché può non sapere che si tratta di ansia e può pensare che gli sta succedendo “qualcosa di brutto”, finendo per alimentare il circolo vizioso dell’ansia.
Se tuo figlio ha avuto degli attacchi di panico e vuoi aiutarlo ecco quello che puoi fare:
- Mantieni la calma. Questa forse è la cosa più difficile da fare perché tutti noi vorremmo che i nostri figli non soffrissero mai, e il notare che così non è ci allarma e ci impensierisce. Tuttavia, il tuo bambino potrà superare gli attacchi di panico, poiché non c’è evidenza che dovrà per forza soffrirne per tutta la vita.
2. Non creare confusione intorno al bambino. Non chiamare altre persone che potrebbero spaventarlo e confonderlo ancora di più. Spiega al tuo bambino che è solo ansia e che presto starà meglio.
3. In un momento successivo di tranquillità spiega al tuo bambino cos’è l’ansia e come si manifesta. Rassicuralo sul fatto che non è pericolosa, che può capitare a tutti e che passa alla svelta.
4. Non dire cose come “se ti viene ancora bisognerà andare in ospedale” perché per un attacco di panico non è necessario un intervento di tipo sanitario. Inoltre potresti spaventare ancora di più il bambino, innescando un aumento dell’ansia.
5. Cerca di capire qual è la motivazione sottostante che fa innescare il panico (es. paura di non essere all’altezza, paura di separarsi da una figura di riferimento, ecc.) e cerca di risolverla.
6. Se tutto questo non dovesse bastare, chiedi aiuto ad uno psicologo esperto nella cura dell’ansia nei bambini.
Sandra Magnolini. Psicologa e Psicoterapeuta.
Provaglio d’Iseo e Piancogno. Cell 348 1489841