La sofferenza psicologica non è bella.
Può essere invalidante, ossessiva, ti toglie sicuramente tanto. E, date queste premesse, si può e si “deve” ridurre.
Detto questo, però, il desiderio di alcuni è avere la certezza assoluta che un problema non si ripresenterà mai più nella vita. Ecco, questo non è realistico. Non si può essere sicuri che nella vita non si avrà mai un attacco di panico (soprattutto se si è sofferto e magari a lungo per questa condizione). Come non si può essere sicuri al cento per cento che non capiterà più un episodio depressivo. Però è vero che se noi abbiamo imparato come contrastare l’ansia, la depressione o altro, come gestire tutto questo, la prossima eventuale volta non sarà così difficile come la prima perché io avrò imparato i modi, le strategie più efficaci, i comportamenti migliori per uscire da quella situazione.
Una persona che ho conosciuto in passato mi chiedeva: come posso tornare la persona di prima? La stessa persona che non aveva nessun problema? Prima di stare male ero un altro. Non voglio più stare come sono stato. Voglio stare per sempre bene e non accetto di avere ogni tanto delle fragilità o delle debolezze.
Ma proviamo a pensare: esiste davvero una persona che, anche se equilibrata, attenta alla propria salute psicologica, non ha MAI un momento di difficoltà? Un periodo in cui è più ansiosa? Dei giorni in cui tornano proprio QUEI pensieri? Bene, secondo me quella persona non esiste. Oltretutto chi si “accanisce” contro se stesso biasimandosi e autocriticandosi per non essere stato forte abbastanza incorre potenzialmente in due problemi.
Il primo è il problema stesso, la “ricaduta”. Il secondo, ben più grande secondo me, sono la rabbia e l’autocritica. La perdita di fiducia e della compassione verso se stessi.
Oltretutto mi piace pensare (ma perché spesso succede davvero) che i momenti di difficoltà ti aprano delle chiavi di lettura della realtà che prima non avevi. Magari ti portano ad aprirti di più agli altri. Magari ti fa trovare un’amicizia nuova o vedere in modo diverso gli altri.
Allora cos’ha più senso? Biasimarsi o cercare delle soluzioni? Arrabbiarsi e autocriticarsi o mettere in atto tutto quanto si è imparato sulla gestione delle emozioni e cercare una via d’uscita?
Quindi: il rischio zero non esiste. Tutti siamo soggetti in una certa misura alla sofferenza psicologica e al vivere anche emozioni negative. Sta a noi decidere cosa fare con tutto questo.