Luca (il nome è di pura invenzione) è un ragazzo di 28 anni, carino, con un buon lavoro.Però è convinto di non piacere alle ragazze.
Si sente goffo, impacciato, uno “sfigato”. Quando ne conosce una è rigido, sorride poco, non si lascia andare, per paura di sbagliare e di dimostrare alla ragazza che è proprio lo “sfigato” che crede di essere. La settimana scorsa ne ha conosciuta una in treno mentre era in viaggio per lavoro.
Veramente è stata lei ad iniziare la conversazione. Mentre parlavano lui pensava: “Ecco, ora si accorgerà che divento rosso. Oddio, sto sudando!”. Per evitare di provare quel disagio, di stare nell’ansia e nell’imbarazzo, Luca ha cercato di parlare il meno possibile, e, non appena è stato possibile, si è immerso nella lettura del libro che aveva con se.
Quindi la ragazza ha smesso ben presto di cercare argomenti di conversazione.
Luca poi si è mangiato le mani: era veramente una ragazza carina! Poteva valere la pena parlarci di più, e magari conoscerla meglio. Luca ha bisogno di modificare l’idea che ha di se stesso, e di fare qualche esperimento, di mettersi alla prova gradualmente in qualche situazione tra quelle per lui “difficili” cercando di comportarsi, pian piano, in modo differente dal solito. Se lo farà, in un tempo abbastanza breve l’ansia che prova in queste situazioni sarà meno forte; ciò gli permetterà di trovare qualche argomento di conversazione e magari di divertirsi e non sentirsi più bloccato dentro i suoi stessi panni.
Chiediamoci come mai Luca non riesce ad avere successo con le ragazze.
Lui crede che i sintomi dell’ansia che sperimenta (diventare rosso, sudare ecc.) siano giudicati negativamente dall’altro (dall’altra, in questo caso). Crede che chi lo vede arrossire lo giudichi eccessivamente timido, e magari anche debole.
Poniamoci poi le seguenti domande:
1) Davvero i sintomi che Luca sente sono così visibili all’esterno?
2) E davvero l’altro li giudica i segnali di qualche importante mancanza personale?
3) Se anche Luca, imbarazzandosi, arrossisce o suda, è comunque meglio per lui provare a conoscere qualche ragazza o forse rinunciarvi?
4) Quali costi paga Luca per tirarsi indietro ogni volta che si trova in una situazione in cui ci sono delle ragazze?
Per rispondere alla seconda domanda ho provato a ribaltare la situazione, chiedendo a Luca cosa penserebbe di una persona appena conosciuta che, di fronte a lui, iniziasse a sudare o ad arrossire.
Tra le ipotesi trovate: che la persona potesse essere accaldata, sentirsi poco bene, o fosse timida.
Quindi un lavoro importante è stato individuare le molteplici cause del rossore e dell’incremento della sudorazione, per trovarvi delle ragioni alternative, non escludendo la timidezza ma non mettendola come unica causa.
Se Luca stesso attribuiva a più ragioni questi segnali fisiologici, perché non avrebbero potuto farlo altri o altre nei suoi confronti?
Luca ha risposto alla terza e quarta domanda sostenendo che, continuando ad evitare ogni occasione di conoscenza, non sarebbe mai riuscito a trovare una ragazza e ciò andava nella direzione opposta a ciò che lui desiderava per sè.
Per rispondere alla prima domanda abbiamo chiesto a Luca di sperimentarsi in una situazione in cui si sentisse relativamente tranquillo e a proprio agio e lui ha individuato il gruppo del corso di inglese che stava frequentando.
Abbiamo chiesto, in accordo con Luca, a due suoi amici, anch’essi frequentanti il corso, di osservarlo mentre interagiva con una compagna di corso con la quale non aveva mai parlato in precedenza e di annotarsi i segni visibili di ansia.
Alla fine abbiamo confrontato le osservazioni degli amici con quelle di Luca.
Ebbene, Luca sosteneva che la sudorazione e il rossore fossero estremamente visibili, mentre gli amici sostenevano che il rossore era durato solo pochi istanti e non avevano notato la sudorazione.
Questa constatazione servì per riportare Luca su un piano di maggior aderenza alla realtà e gli diede coraggio e voglia di sperimentarsi in altre situazioni.
Abbiamo quindi costruito una scala di situazioni, dalla più semplice alla più difficile, in cui Luca potesse mettersi alla prova.
Ora le sta affrontando, si sente più sicuro, e percepisce meno intensamente i sintomi dell’ansia che prima lo preoccupavano tanto.