“Mio figlio non mi racconta mai niente. Rientrato a casa da scuola non mi dice nulla. Se gli chiedo come è andata mi risponde “bene”. A volte mi sembra preoccupato o triste per qualcosa ma poi quando gli chiedo cosa c’è non si vuole confidare”. Per molti genitori questa è la quotidianità.
Di solito il genitore che si trova a fare la parte di quello che vorrebbe interessarsi ma riceve in un certo qual modo continui rifiuti ed è molto dispiaciuto. Chi si trova in questa situazione di solito è un genitore presente, che vorrebbe fare più parte della vita del figlio e che invece si sente escluso, tagliato fuori.
Proviamo a cercare di capire il perchè di questa situazione.
A volte noi genitori siamo un pò precipitosi. Vorremmo sapere tutto e in breve tempo. Non tolleriamo che il figlio abbia una sua sfera privata da cui noi possiamo essere esclusi. Perciò ci affanniamo con mille domande, magari scegliendo il momento sbagliato. Spesso infatti il momento giusto per sapere i dettagli di ciò che è successo a scuola non sono le 13.30, il piazzale, lo slalom fra le macchine parcheggiate.
A volte invece quello che frena un ragazzo dall’aprirsi con i genitori è l’aspettativa di ricevere un giudizio o un consiglio non richiesto. Risulta quindi più utile, quando finalmente nostro figlio ci racconta qualcosa, dimostrare interesse magari facendo qualche domanda di approfondimento ma sospendendo il giudizio. Non serve quindi dire “hai fatto male”, “ma perchè perdi tempo dietro a queste stupidaggini?” ecc. ecc.
Altre volte ancora alcuni genitori che non stanno costruendo un rapporto positivo con il proprio figlio pretenderebbero che questi si confidasse con loro nel momento del bisogno. Questo è veramente difficile che accada, soprattutto se il ragazzo è un preadolescente o adolescente. Se si vuole veramente entrare in maniera equilibrata nella vita dei propri figli, è importante capire che non ci si può essere “una tantum” ma quotidianamente.
Ecco quindi alcuni consigli utili:
Dedica spesso un momento speciale per ascoltare tuo figlio. Non serve molto tempo ma è indispensabile la costanza. Crea qualche minuto durante la settimana per fare qualcosa con lui che sai gli fa piacere. Può essere la colazione al bar un giorno alla settimana, può essere accompagnarlo a comprare quel fumetto che gli interessa in quel negozio in centro, o altro. Non serve dedicare un’intera giornata ogni tanto, ma poco tempo frequentemente.
Non sminuire ciò che ti riporta. Non dire che si sta facendo problemi per niente. Non contraddirlo continuamente raccontandogli cosa facevi tu alla sua età con l’obiettivo di minimizzare il suo vissuto. I racconti di esperienze simili vissute da te quando avevi la sua età funziona solo se è accompagnato da una reale apertura e voglia di condividere anche il ricordo delle emozioni di allora.
Cerca di esprimere apprezzamento per ciò che tuo figlio è e per le sue qualità nella quotidianità non soltanto quando sei con parenti e amici. Valorizza quanto c’è di buono in lui in modo costante.
sandra magnolini
psicologa e psicoterapeuta
piancogno e provaglio d’iseo cell. 348 1489841