I pensieri ossessivi sono così.
Indipendentemente dal loro contenuto sono sgradevoli, inaspettati e intrusivi. Vengono cioè alla mente quando meno lo vorresti, e quanto meno li vuoi tanto più loro vengono alla mente. E ti portano un dubbio. Qualcosa che io non voglio potrebbe veramente accadere? Potrei fare del male a qualcuno? Mi viene il pensiero che potrei causare una grave malattia a qualcuno a cui voglio bene. E se succede davvero?
Esempi di contenuto dei pensieri sono:
“Potrei fare del male ai miei figli?”
“Potrei essere omosessuale?”
“Potrei urlare e bestemmiare in chiesa?”
E così via. A quel punto, quando la mente viene presa dal dubbio nascono ANSIA (e se succede davvero?), SENSO DI COLPA (sono proprio una brutta persona a pensare queste cose!).
E insieme a queste emozioni partono dei tentativi di autorassicurarsi. “Ma no, figuriamoci, non potrei mai essere omosessuale”. “Non potrei mai bestemmiare in chiesa, non ne sarei mai capace”.
Ma poi ecco il dubbio dietro l’angolo: “Però ieri è passato un bel ragazzo e io l’ho guardato. E se fossi davvero omosessuale?”. E da lì ansia crescente e altri tentativi di autorassicurazione.
Tutto questo ovviamente è molto faticoso a livello mentale e causa moltissima sofferenza psicologica.
La persona quindi potrebbe arrivare a cercare di sopprimere attivamente il pensiero, nel tentativo di stare meglio. Oppure a cercare di distrarsi in tutti i modi. “Non devo pensare a certe cose”. “Se mi distraggo, i pensieri non mi daranno così fastidio”.
Il problema è che la nostra mente funziona in modo strano: più cerchi di non pensare a qualcosa, più la mente quel qualcosa te lo ripropone, e anche insistentemente. Se si chiamano pensieri ossessivi, d’altronde, ci sarà un perchè.
Quindi, se hai dei pensieri con queste caratteristiche (ripeto, non importa il contenuto ma il loro modo di funzionare) prova a mettere in atto questi consigli:
- metti alla prova i tuoi pensieri. Compra un biglietto della lotteria e pensa intensamente che sia il biglietto vincente. Prova a vedere cosa succede e rifletti se il pensiero possa davvero causare un fatto nella realtà.
- prova a pensare: se un tuo caro amico, una persona che tu stimi, facesse lo stesso tipo di pensieri, quanto lo giudicheresti colpevole? Tanto quanto te? O avrebbe delle attenuanti?
- cerca di non cacciare i pensieri. Inizia provando a tenere quelli “meno dolorosi”. Prova a non prendere provvedimenti. Vedrai che l’ansia in poco tempo si abbasserà. Col tempo non avrai più necessità nè di distrarti nè di cacciarli.
- cerca informazioni sul disturbo ossessivo compulsivo. Prova a vedere come funziona, qual’è la sua prevalenza nella popolazione, le possibilità di guarigione o miglioramento.
- cerca un aiuto psicologico qualificato se tutto questo non dovesse funzionare.