Il post precedente ci riporta ad una realtà: sia nella pratica clinica, sia nell’esperienza quotidiana, uomini e donne sembrano comunicare in modo differente. Uno dei maggiori esponenti della psicologia, Beck, ha riassunto così le differenze nel modo di conversare, in linea generale, fra maschi e femmine:
– le donne considerano le domande come un mezzo per mantenere viva la conversazione, mentre per gli uomini sono mere richieste di informazioni
– le donne tendono a stabilire dei collegamenti tra ciò che ha appensa detto l’interlocutore e ciò che esse hanno da dire
-le donne interpretano l’aggressività del partner come un attacco che distrugge il rapporto, mentre per gli uomini non è necessariamente così, e l’aggressività per loro può, entro certi limiti ovviamente, essere semplicemente una forma di conversazione
-le donne sono più inclini a condividere sentimenti e segreti, gli uomini a discutere di argomenti meno intimi, come lo sport e la politica
-le donne tendono a discutere insieme i problemi, a condividere le esperienze, a rassicurare. Gli uomini tendono invece a cogliere nella parole dell’interlocutore che condivide con loro un problema, un’esplicita richiesta di soluzioni, anzichè la richiesta di un ascolto partecipe.
Goleman, un altro importante psicologo, ha sostenuto che per le donne l’elemento più importante per sentirsi soddisfatte è una buona comunicazione con il partner e, in particolare, amano parlare della relazione in se stessa. A volte invece gli uomini non capiscono cosa stiano cercando di dire le loro mogli e apprezzano maggiormente la praticità rispetto a lunghi discorsi.
Questo in parte spiega le differenze nel modo di comunicare tra Mario e Antonella. Nel prossimo post qualche utile suggerimento per migliorare la comunicazione di coppia.